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Riflessioni sull'antico #1

  • Immagine del redattore: Marianna Mey
    Marianna Mey
  • 17 mar 2015
  • Tempo di lettura: 1 min

Oggi quando guardiamo un oggetto del passato, lo facciamo con gli occhi del presente, e siccome abbiamo, o crediamo di avere già assimilato il messaggio che quell'oggetto conteneva o abbiamo superato certi schemi decorativi che oggi ci sembrano sorpassati o ancora abbiamo vissuto altre emozioni con altre forme artistiche, non ci soffermiamo più a guardarlo con occhi curiosi, non percepiamo più il "messaggio" o lo diamo per scontato.

Ma se soltanto noi sapessimo che cosa c'è ad esempio dietro una porcellana del settecento, quanta fatica nella realizzazione delle forme, quanta cura nei dettagli, quanta maestria nella decorazione affidata a veri e propri pittori e miniaturisti, quanto l'impegno, anche economico, di imprenditori appassionati, per non parlare di re e imperatori che mandavano in rovina le casse dello stato per la "mania di porcellana", i quali per tutto il settecento impiantavano fabbriche con i forni a legna dove non esisteva la certezza della riuscita, ma quello che riusciva rasentava la perfezione, allora forse ci soffermeremmo un po' di più a osservarli da vicino, questi oggetti del passato, per recepire il messaggio che ancora oggi ci mandano con la stessa freschezza di allora.

Compostiera conchiglia Sevrès

 
 
 

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