Un accessorio
- Marianna Mey
- 23 feb 2015
- Tempo di lettura: 1 min
Fin dalle più antiche civiltà la barba è sempre stata considerata simbolo di forza,virilità, indipendenza e anche di saggezza. La sua foggia era soggetta alla moda o dettata dalle circostanze così come la rasatura, che impegnava il barbiere con affilati rasoi i cui reperti risalgono addirittura alla preistoria! Il mestiere di barbiere e di chirurgo nel XVII e XVIII secolo era svolto da entrambi indistintamente, soltanto attorno al 1743 i due mestieri vennero separati.
Per la cura della barba nacque in Europa nel XVII secolo un pratico accessorio tutto maschile: il bacile lavabarba, una sorta di piatto profondo che sulla tesa aveva un incavo dove inserire il collo. Come dimostrano documenti storici e inventari di antiche casate, i primi bacili venivano fabbricati in metallo, peltro, ottone e argento per i barbuti di alto rango, successivamente durante il XVIII secolo anche in maiolica e porcellana.
I primi esemplari in metallo oltrepassarono gli oceani, forse al seguito degli olandesi che trafficavano con l'Oriente, per servire da modello ai ceramisti dei forni di Arita in Giappone e di Jingdezhen in Cina, che ne fecero bellissime versioni in porcellana, che a loro volta prendevano il mare sulle navi della Compagnia delle Indie e approdavano nei porti d'Europa per la gioia dei nostri cultori di barba, quando ancora la porcellana era pressochè sconosciuta!
La più grande collezione di piatti da barba è custodita al Castello Visconti di San Vito a Somma Lombardo (Varese).


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